Il dialogo sociale e civile può contribuire alla crescita sostenibile dell'UE

A pochi giorni dallo svolgimento delle elezioni europee del 2024 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) e i consigli economici e sociali nazionali dell'UE si sono riuniti per discutere dello stato di avanzamento della duplice transizione verde e digitale in corso, e hanno concluso che la società civile organizzata ha chiaramente un ruolo essenziale nel cercare di porre rimedio alle lacune riscontrate.

Sono ancora troppi gli ostacoli sulla strada di un'economia competitiva, giusta e a basse emissioni di carbonio nell'Unione europea: queste le conclusioni del seminario ad alto livello tenutosi il 20 giugno 2024 a Bruxelles.

L'evento, dal titolo Transizioni verso un'Europa digitale, verde, giusta e competitiva: il ruolo del dialogo sociale e civile, è stato organizzato dal CESE nel quadro del semestre di presidenza belga del Consiglio dell'UE in collaborazione con il Consiglio centrale dell'economia (CCE) e il Consiglio nazionale del lavoro (CNT) del Belgio.

L'UE ha lanciato una nuova strategia di crescita sostenibile, ma oggi deve affrontare una serie di sfide cruciali sia esterne che interne. Gravi problemi quali ‒ per citarne solo alcuni ‒ le tensioni geopolitiche, l'intensificarsi della concorrenza economica, la frammentazione e la polarizzazione delle società impediscono la piena realizzazione della duplice transizione verde e digitale.

La società civile organizzata può e deve avere un'influenza determinante: instaurando un autentico dialogo sociale e civile, può avere un ruolo nell'elaborazione, nell'attuazione e nella valutazione delle politiche pubbliche e aiutare a renderle comprensibili e bene accette dalle nostre società.

Le organizzazioni di base possono rendersi meglio conto dell'impatto e delle conseguenze delle transizioni per l'economia e la società dell'UE perché operano sul campo e sanno bene cosa funziona e cosa non funziona.

Circa l'85 % degli obiettivi dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR) connessi alla duplice transizione deve ancora essere attuato. Solo un'adeguata consultazione della società civile organizzata e il sostegno di quest'ultima possono garantire un'attuazione efficace delle transizioni nell'UE.

Nella riunione annuale del 19 giugno 2024 i Presidenti e i segretari generali del CESE e dei consigli economici e sociali nazionali (CES) dell'Unione europea hanno adottato una posizione ferma.

Hanno sottolineato che, data la velocità e la portata delle transizioni in corso, se vogliamo riuscire a gestirle con successo è necessario coinvolgere fin dall'inizio un ampio ventaglio di portatori di interessi nelle nostre società. L'obiettivo ultimo è promuovere una partecipazione inclusiva dei cittadini e delle organizzazioni della società civile al processo di elaborazione delle politiche pubbliche.

Questo corrisponde anche al sentimento dell'opinione pubblica: secondo una recente indagine Eurobarometro, infatti, quasi nove intervistati su dieci dichiarano che la società civile svolge un suo ruolo nel promuovere e nel tutelare la democrazia e i valori comuni europei.

Le conclusioni della riunione annuale sottolineano inoltre che tutte le sfide celano delle opportunità, almeno a livello embrionale: far passare più efficacemente questo messaggio contribuirà a ottenere il sostegno dei cittadini alle transizioni in corso.

In quest'ottica, il CESE e la rete dei CES nazionali rappresentano tuttora uno strumento essenziale per la democrazia partecipativa e apportano un inestimabile valore aggiunto nella costruzione di un consenso in tutti gli Stati membri.

Estratti dagli interventi degli oratori di spicco invitati

"Mentre attraversiamo tensioni geopolitiche, trasformazioni economiche e mutamenti sociali, è evidente che il nostro approccio deve essere al tempo stesso globale e inclusivo. Dobbiamo fare in modo che le transizioni verde, digitale e demografica vengano gestite con la partecipazione attiva della società civile per conseguire una crescita sostenibile e inclusiva. Questo approccio collaborativo è non solo necessario, ma assolutamente indispensabile per favorire la resilienza e preservare i nostri valori democratici."

Oliver Röpke, Presidente del CESE

"Il quadro geopolitico attuale, la necessità di rafforzare la competitività dell'UE e la digitalizzazione dell'economia sono tutte sfide con le quali dobbiamo misurarci. Dobbiamo affrontare le carenze del mercato del lavoro, migliorare le qualifiche dei lavoratori e le condizioni di lavoro, ma anche attuare politiche sociali ambiziose e rafforzare la protezione sociale. E per riuscirci dobbiamo sostenere il dialogo sociale, a tutti i livelli e in tutti i settori".

Pierre-Yves Dermagne, vice primo ministro e ministro dell'Economia e del lavoro del governo belga

"Le sfide socioeconomiche che gli Stati membri devono raccogliere richiedono un coordinamento rafforzato e una visione comune. Dobbiamo affrontare in maniera pragmatica le transizioni ecologica, digitale e demografica, avendo cura al tempo stesso di rafforzare il dialogo sociale e la partecipazione delle parti sociali a tutti i livelli decisionali. Il futuro dell'Unione dipende dalla nostra capacità di armonizzare gli interessi nazionali per garantire una crescita sostenibile e inclusiva."

Benoît Bayenet, presidente del Consiglio centrale dell'economia (CCE) del Belgio

"L'UE e i suoi Stati membri devono impegnarsi per realizzare le molteplici transizioni verso una società digitale, verde, giusta, inclusiva e competitiva, e dovranno farlo in un contesto politico sempre più complesso a livello sia mondiale che nazionale. Perché queste transizioni siano attuate con successo, sarà necessario un coinvolgimento attivo delle parti sociali e della società civile a tutti i livelli."

Rudi Delarue, presidente del Consiglio nazionale del lavoro (CNT) del Belgio

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Social and civil dialogue can help the EU grow sustainably