Persone con disabilità: nessun progresso significativo per quanto riguarda l'accessibilità dei seggi elettorali europei

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, abbiamo intervistato Krzysztof Pater, vicepresidente del CESE responsabile del bilancio, autore nel 2019 della relazione informativa sul diritto di voto delle persone con disabilità alle elezioni europee.

Poco prima delle elezioni del Parlamento europeo del 2019, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) aveva adottato la relazione informativa intitolata La realtà del diritto di voto delle persone con disabilità alle elezioni del Parlamento europeo. La relazione, elaborata sulla base di sondaggi condotti nell'arco di due anni in tutti gli Stati membri dell'UE, rivelava che nemmeno uno degli Stati membri dell'UE era in grado di garantire che le elezioni del 2019 fossero accessibili a tutti.

Nel dicembre 2020 il CESE ha adottato il parere La necessità di garantire l'effettivo diritto di voto per le persone con disabilità nelle elezioni del Parlamento europeo, in cui invitava il Parlamento europeo, il Consiglio dell'UE e gli Stati membri a modificare con urgenza l'Atto elettorale del 1976 in modo da garantire a tutti i cittadini dell'UE con disabilità di poter esercitare effettivamente il diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo del 2024.

Abbiamo intervistato Pater, relatore sia della relazione informativa che del parere, e gli abbiamo chiesto il suo punto di vista sulla situazione attuale.

  1. Nella relazione del 2019 Lei affermava che milioni di elettori con disabilità sarebbero stati dissuasi dal votare per via della presenza di barriere tecniche nei seggi elettorali, che non tenevano conto delle esigenze derivanti dai vari tipi di disabilità. Con le nuove elezioni ormai imminenti, Le risulta che negli ultimi cinque anni alcuni di questi ostacoli siano stati rimossi?

Krzysztof Pater: La relazione adottata dal CESE nel 2019 conteneva oltre 200 esempi concreti di buone pratiche in tutti gli Stati membri dell'UE, e molte di esse riguardavano le barriere tecniche presenti nei seggi elettorali. La relazione è stata pubblicata in tutte le lingue dell'UE, per cui ritengo che alcune buone pratiche siano state attuate. Tuttavia, non mi risulta che nessuna autorità pubblica nazionale abbia adottato un approccio sistematico, volto, ad esempio, a rendere obbligatorie alcune pratiche nella totalità – o almeno in un certo numero – dei seggi elettorali di un paese. Pertanto, da questo punto di vista, mi dispiace constatare che negli ultimi cinque anni non sono stati osservati progressi significativi nell'UE.

  1. Nella stessa relazione Lei ha affermato che 800 000 cittadini dell'UE con problemi di salute mentale o con disabilità intellettive sarebbero stati privati del diritto di voto a causa delle norme nazionali in vigore in 16 Stati membri. Alcuni paesi hanno riveduto tali norme poco prima delle elezioni del 2019. Le risulta che il numero di persone colpite da tali norme sia stato ridotto e saprebbe dirci quante persone con questi tipi di disabilità saranno private del diritto di voto alle prossime elezioni europee?

Krzysztof Pater: Subito prima delle elezioni del Parlamento europeo del 2019, due grandi paesi – Germania e Francia – hanno eliminato tutti gli ostacoli giuridici, per cui attualmente valuterei che questo tipo di ostacoli interessa circa 400 000 cittadini dell'UE, i quali, di conseguenza, sono privati del diritto di voto. A seconda della portata di tali limitazioni giuridiche in un determinato paese, ritengo che le persone interessate in un singolo Stato membro possano variare da 1 a circa 100 000 persone.

  1. Quali emendamenti dell'Atto elettorale del 1976 ha proposto nel parere La necessità di garantire l'effettivo diritto di voto per le persone con disabilità nelle elezioni del Parlamento europeo?

Krzysztof Pater: L'idea principale del parere era quella di creare un quadro giuridico in cui ogni cittadino dell'UE, indipendentemente dalla nazionalità e dal luogo di residenza, goda degli stessi diritti di voto alle elezioni del Parlamento europeo. Alcune modifiche dell'Atto elettorale potrebbero portare alla completa eliminazione delle barriere giuridiche, garantendo che nessuno sia privato del diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo. E con solo qualche altra modifica si potrebbe creare un quadro ottimale per adeguare le pratiche nazionali, eliminando almeno la maggior parte degli ostacoli tecnici esistenti. Più in particolare, abbiamo chiesto un chiarimento dei principi del suffragio universale e diretto e della segretezza delle elezioni, il che consentirebbe di applicare in tutta l'UE delle norme atte a garantire un effettivo diritto di voto per le persone con disabilità, conformemente all'articolo 29 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità.

Abbiamo chiesto di inserire nell'Atto una dichiarazione per cui nessun cittadino dell'UE può essere privato del diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo a causa di una disabilità o di uno stato di salute sulla base di norme nazionali. In questo modo verrebbe chiarito il principio di suffragio universale sancito nell'Atto, rendendo impossibile che le disposizioni di voto per le persone con disabilità differiscano da un paese all'altro, come invece avviene oggi. Ad esempio, in uno degli Stati membri una persona costretta a letto ha il diritto di votare per posta, con un'urna elettorale mobile o via Internet, ma la stessa persona, se vivesse in un altro Stato, non avrebbe nessuna possibilità di esercitare questo diritto.

Riguardo ai principi di suffragio diretto e di segretezza delle elezioni cui l'Atto fa riferimento, abbiamo proposto di introdurre una serie di norme che permettano alle persone con disabilità, indipendentemente dal tipo di disabilità, di votare in segreto e senza assistenza.

Tra le altre cose, queste nuove norme richiederebbero l'adozione di soluzioni tecniche atte a consentire alle persone con disabilità che necessitano di un sostegno significativo (come le persone sordocieche, con disabilità visive o con limitata destrezza manuale) di votare senza ricorrere all'assistenza di altre persone.

Le persone con disabilità dovrebbero poter sostituire il seggio elettorale designato con un seggio più adatto alla loro disabilità, e scegliere liberamente un assistente personale per farsi aiutare nell'esercizio del diritto di voto.